IL BULLISMO, parte IV – LE FORME DEL BULLISMO

3 pensieri su “IL BULLISMO, parte IV – LE FORME DEL BULLISMO”

  1. Buongiorno Jacopo, questo articolo è una vera sofferenza! Leggendolo mi sono persa nei ricordi. Rivedo una bambina esile e spaesata che dopo una settimana trascorsa in un Istituto tra bambini come lei era felicissima di tornare, seppur per soli due giorni, in seno alla famiglia che per tutta la settimana era presente nel suo cuore. Tornava a casa con la gioia nel petto, si sentiva protetta tra quelle mura domestiche, tra le braccia dei suoi cari…….
    Purtroppo non era così quando usciva a giocare nei prati davanti a casa o per le vie del suo quartiere. La rivedo correre inseguita da bambini, più o meno della sua età, con a capo un ragazzino che impugna un tizzone ardente e quando la bambina non ce la fa più e cade a terra il ragazzino le si avvicina, seguito dal suo gruppetto di sostenitori, e le appoggia la brace sulla gamba scoperta, ridendo insieme ai suoi complici, di quella bimba che piange di dolore e di frustrazione. La rivedo giocare per i prati felice con le sue amichette e risento la voce di un bambino gridarle:”gambe storte, piedi storti, gambe storte, piedi storti!”… e mi riecheggia ancora nella testa la risata di scherno del bulletto. Quando giocava a strega chiama colore, a palla battaglia, a rialzo, a prendersi, al salto della corda, e molti altri giochi dove la corsa e la velocità erano importanti la bambina non si tirava mai indietro ed era strafelice che le permettessero di giocare con loro, si sentiva accettata e ben voluta dal gruppo, finchè non sentiva sussurrare:” lei gioca di legno”(cioè per finta, senza importanza). Potete certo immaginare la delusione provata, la sua anima fatta a pezzi. Lei però non cedeva, la sua volontà di essere considerata al pari di tutti gli altri non veniva meno, nonostante tutto. La bambina è cresciuta, ora è un’adolescente alle prese col suo cambiamento fisico e mentale, iniziano le prime “cotte”, i primi palpiti d’amore ingenuo, le prime feste tra ragazzine e ragazzini, dove i balli lenti la facevano da padroni e c’era sempre il ragazzo addetto al giradischi e la ragazza che faceva da tappezzeria, indovinate un po’ dove troviamo questa ragazzina? Eh già, proprio lì, seduta con la bibita in mano che guarda il suo “amore” segreto che balla con un’altra.
    Ora la rivedo seduta al suo banco del liceo con l’angoscia di essere chiamata alla lavagna, ma non perché non abbia studiato, è solo che quando deve parlare davanti al professore e a tutta la classe, si fa prendere dall’ansia e gli si svuota la mente. In una di queste volte il professore di matematica le dice in un perfetto latino:”la mente sana si trova in un corpo sano”, mortificata ritorna al suo banco e vede i suoi compagni ridere sotto i baffi. Passa altro tempo e viene a sapere da un amico che girano voci non vere sul suo conto, in pratica viene bollata per una ragazza di facili costumi, anche se lei di sesso non ne sa ancora niente. Le voci però ci sono e lei non ha più voglia di uscire di casa, si sente sporca anche se non ha nessuna colpa. Una sera a casa di una vicina è sola col figlio di questa, si sente al sicuro, è insieme ad un ragazzo che la vista crescere, che è amico dei suoi fratelli, si confida con lui e in risposta lui la prende in braccio. Credete che voglia consolarla? Lei pensa di si, invece lui inizia a palpeggiarla e a toccarsi. Orrore!…..Lei fugge a casa si rifugia in camera e piange disperata senza trovare il coraggio di parlarne ai suoi. Lui tutte le volte che la vede la schernisce e la cosa la fa sentire indegna, sporca e vigliacca. Povera ragazza!
    Lei lascia il liceo, si iscrive ad un corso serale per segretarie e trova un lavoro, si iscrive a scuola guida e prende la patente. Ce l’ha fatta a dispetto di tutti quelli che l’hanno umiliata e derisa, riprende in mano la sua vita e si diverte insieme a nuovi amici e a quelli che non l’hanno fatta sentire inadeguata, che non l’hanno fatta sentire sporca.
    In questa storia di bullismo ce n’è in abbondanza e in quasi tutte le sue forme, manca giusto il cyber bullismo e poi siamo al completo, ma allora internet non esisteva e non c’erano nemmeno i cellulari, in compenso c’erano le male lingue (non che oggi non ce ne siano) ed il passa parola e se si voleva far del male a qualcuno, il risultato era assicurato anche così.
    In conclusione penso che il bullismo in tutte le sue forme e sfaccettature sia orripilante, sia una forma di vigliaccheria e una tortura fisica, ma soprattutto mentale ed emotiva che viene messa in atto da persone subdole e indegne.
    Comunque ce la si può fare, basta non arrendersi e ritrovare la fiducia nelle persone, ma sopra ogni cosa credere e ritrovare la fiducia in sé stessi.
    Chiedo scusa per la lunghezza di questo commento e spero non vi sia venuto a noia. Un saluto da Patrizia.

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