Un caro saluto a tutti i lettori e benvenuti.
Quando ho deciso di aprire questo blog, con l’intento di scrivere articoli di psicologia e offrire una visione più chiara e consapevole di tutti i suoi aspetti a chi avesse il desiderio di approfondirli – o anche solo di sfiorarli da vicino –, avevo fin da subito ben chiaro quale sarebbe stato l’argomento che avrei affrontato nel mio primo articolo.
Con tutti gli stereotipi e i pregiudizi che ancora imperversano su tale disciplina – che sottolineo, è una scienza, basata sul metodo scientifico galileiano, validata ed empiricamente fondata –, potrebbe essere utile fare un po’ di chiarezza sul fatto che dallo psicologo ci si può recare senza avere necessariamente un cosiddetto “disturbo mentale”.
Anche in tal caso, inoltre, è a mio parere molto più fruttuoso e vantaggioso, nell’interesse del paziente, concentrarsi anche sulle sue capacità, le sue inclinazioni e le sue risorse sviluppabili, oltre che individuare ed analizzare le sue criticità o quelli che possono essere diventati dei punti di vulnerabilità.
E così, ecco uno spazio dedicato a quali possono essere dei buoni motivi per ricorrere all’aiuto di uno psicologo.
- Innanzitutto, dallo psicologo si può andare con lo scopo di ricevere una diagnosi per quanto concerne sintomi clinici – o comunque destabilizzanti per l’individuo – prima assenti oppure emersi gradualmente col passare del tempo.
Questo primo punto fa riferimento a tutta una gamma di patologie e sindromi psichiche che, però, ripeto, non devono essere fatte univocamente coincidere con il concetto di malattia mentale, termine tra l’altro – questa è la mia opinione – quasi tanto controverso ed ambiguo quanto quello di normalità.
Esempi di problematiche di area clinica sono i disturbi dell’umore (in cui non rientra solo la canonica e iper-citata depressione maggiore), i disturbi d’ansia, i disturbi ossessivo-compulsivi, i disturbi correlati ad eventi traumatici o stressanti, i disturbi psicotici e dissociativi, i disturbi da sintomi somatici – fino a poco tempo fa noti come disturbi somatoformi –, i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, i disturbi del sonno, i disturbi dell’area sessuale – in cui non rientrano assolutamente le differenti tipologie di orientamento sessuale (omosessualità, bisessualità, ecc.), le quali, permane tutt’oggi la necessità di ricordarlo, sono state ufficialmente rimosse dall’American Psychiatric Association dall’elenco dei disturbi mentali già dal 1973 –, i disturbi della condotta e del controllo degli impulsi, i disturbi correlati a sostanze e i disturbi da addiction, i disturbi di personalità – da non confondere con il disturbo dissociativo dell’identità – e i disturbi parafilici – le precedentemente note perversioni sessuali.
Queste sono le principali categorie nosologiche, ma dovrebbero senz’altro essere sufficienti per darvi un’idea del quadro ritraente l’insieme dei disturbi clinici.
- Lo psicologo, però, può fornire un importante aiuto anche in tutte quelle problematiche legate alla vita quotidiana che, pur non configurandosi prettamente come cliniche, rivestono un ruolo importante nel modo di vivere le relazioni interpersonali, comprese quelle con il partner o il coniuge, con i genitori, con i figli o con i familiari in generale, con gli amici, con i compagni di classe e con i colleghi di lavoro.
Il disagio vissuto nei vari contesti sociali non si limita tuttavia alla natura delle interazioni intrattenute con gli altri, bensì si estende a problematiche quali – nell’ambito familiare e di coppia – incomprensioni, infedeltà, dipendenza affettiva, conflitti coniugali, crisi del matrimonio, problemi legati alle aspettative sulla gravidanza, alle adozioni, ai metodi di educazione dei figli e alla comunicazione intra-famigliare; nell’ambito della scuola, i disturbi specifici dell’apprendimento (DSA), lo scarso rendimento e l’abbandono scolastico, per non parlare delle varie forme di bullismo e cyberbullismo; nell’ambito lavorativo, l’insoddisfazione e la bassa motivazione, la frustrazione dovuta al rapporto tra mansioni, competenze e responsabilità, i conflitti con i colleghi e i datori di lavoro fino agli episodi di mobbing e ai licenziamenti.
- Non meno importante, una persona può scegliere di rivolgersi a uno psicologo anche semplicemente perché sente il bisogno di parlare con qualcuno, di sfogarsi, di essere ascoltato e riconosciuto senza essere giudicato. L’empatia e il supporto professionale che riceverà possono essergli di enorme aiuto, in un clima di accoglienza incondizionata e in un setting che gli susciti un senso di stabilità e sicurezza.
Questa è comunque una condizione imprescindibile che riscontrerà come base per qualsiasi altro tipo di intervento.
- Consultare uno psicologo può rivelarsi una preziosa opzione anche per richiedere un parere obiettivo e da esterno su disparate tematiche di vita, per esempio quando si è in difficoltà nel prendere decisioni o su come agire di fronte a un ostacolo che si frappone fra i propri desideri, bisogni ed obiettivi e il conseguimento degli stessi.
La sensazione può essere quella di sentirsi incompleti, irrealizzati – come se mancasse qualcosa alla propria esistenza –, frustrati, demoralizzati o anche semplicemente dubbiosi e incerti.
È importante specificare che lo psicologo non deve sostituirsi alla persona nelle sue scelte personali: ciò minerebbe soltanto la sua autonomia e la sua capacità di autodeterminarsi. Può tuttavia renderla consapevole del percorso intrapreso, mostrandole i fattori che ne impediscono o rallentano l’avanzata, i sentieri alternativi – spesso nemmeno contemplati – su cui è possibile procedere e i mezzi di cui è possibile avvalersi per concretizzare in maniera più sana, semplice e adattiva le sue intenzioni e i suoi progetti.
- La necessità di servirsi di uno psicologo può farsi sentire anche per superare le difficoltà che comprensibilmente insorgono durante fasi specifiche della vita e a seguito di cambiamenti delicati, che possono richiedere, oltre che di essere affrontati, la presa in carico di specifici compiti evolutivi e una ridefinizione degli obiettivi. Esempi in tal senso possono essere l’inserimento del bambino al nido, la pubertà e la menopausa, il matrimonio, le eventuali gravidanze, i traslochi, i trasferimenti di lavoro e i licenziamenti, il pensionamento e possibili malattie degenerative nel corso dell’invecchiamento.
- Un’altra possibilità, forse la meno intuibile in una società così fortemente improntata sulla malattia, è quella di agire in un’ottica di prevenzione e promozione della salute, valorizzando le risorse cognitive, emotive e relazionali della persona per favorirne la crescita e il benessere all’interno della società (self-empowerment) e al contempo contrastare l’insorgenza e l’impatto del disagio dovuto allo stress.
Per citare solo alcuni esempi, vi è l’esplorazione della propria identità, dei propri limiti e delle proprie potenzialità, l’ottimizzazione della comunicazione e di altre abilità sociali come la negoziazione e la cooperazione, l’incremento dell’autostima e del senso di autoefficacia, nonché il miglioramento di alcuni aspetti caratteriali e di personalità.
Ricorrere a uno psicologo, dunque, non è affatto inusuale anche per persone perfettamente in salute. A mio parere, è proprio lo spirito di iniziativa e di autogestione consentito da uno stato di benessere e dall’accettazione di se stessi che predispone alla volontà di migliorarsi, di crescere ulteriormente anche in vista dei nuovi progetti e dei cambiamenti insorti nella propria vita.
- Infine – ed è questa una situazione che, anche sulla base della mia esperienza, tengo a dire si verifica molto più spesso di quanto non si creda –, ciò che può condurre allo studio dello psicologo può essere qualcosa di difficilmente individuabile, se non addirittura innominabile.
Assai frequentemente il disagio che si prova può essere alquanto impreciso, la sofferenza avere una sfumatura molto aleatoria, evanescente, indistinta, e risulta così molto arduo per l’individuo ricondurli a una fonte specifica.
Non è affatto raro sentirsi – anche per molto tempo – abbattuti, sfiduciati od oppressi senza riuscire a riconoscerne il motivo – o i motivi.
Parlo al plurale perché, essendo indubbiamente la mente umana una delle cose più complesse mai concepite nell’universo, nella quasi totalità dei casi sussistono infatti molteplici cofattori, ovvero un insieme di cause che agiscono simultaneamente – spesso potenziandosi anche a vicenda – nel provocare una perdita dell’equilibrio della vita psichica, affettiva o relazionale.
Ecco, lo psicologo può rivelarsi indispensabile anche per questo tipo di occasioni. Insieme al paziente, si potrà arrivare a comprendere gli aspetti e le dimensioni – a volte più inconsce di altre – che esercitano nel presente un’influenza negativa sulla persona.
Sito web di psicologia (consulenze, video-sedute e contatti):
Psicologo Treviglio – Dott. Jacopo Pesenti – Studio di Psicologia
Siamo giunti così alla fine del mio primo articolo. Spero che questa lettura possa esservi stata utile – e, perché no, anche piacevole.
Questo primo scritto del mio blog ha volutamente una natura molto ampia ed estensiva: il mio intento è che possa fungere da premessa, una chiave di lettura auspicabile – se non imprescindibile – per approcciarsi con maggior lucidità e senso critico ai numerosi e successivi argomenti di psicologia che ho in mente di proporvi.
Nel frattempo, se vi fa piacere, vi invito a lasciare un commento e a farmi sapere che cosa ne pensate. Trovate che tra le motivazioni qui esposte alcune siano più frequenti di altre? Oppure avete pensato ad altri possibili motivi che secondo voi possono essere alla base della decisione di rivolgersi a uno psicologo?
Grazie dell’attenzione. Non mi resta quindi che darvi appuntamento, se lo vorrete, al mio prossimo articolo.
A presto!
Dott. Jacopo Pesenti
Condivido pienamente quanto affermato in questo articolo. Mi trovo d’accordo soprattutto per il fatto che ci sono davvero molti motivi validi per rivolgersi allo psicologo, contrariamente a quanto nella società d’oggi spesso si tende ancora a pensare. Molte sono le occasioni nella vita in cui si sente la necessità di ricorrere a persone esperte ed obiettive, anche solo per avvalorare le decisioni e le scelte intraprese con tanta difficolta’. Complimenti per l’articolo, spero di ritrovarla presto e già non vedo l’ora di scoprire quale argomento verrà affrontato la prossima volta.
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La ringrazio molto, Maria Grazia, è davvero gentile.
In effetti, con questo articolo – e così sarà anche con altri che seguiranno – intendevo esplorare le varie motivazioni che possono condurre alla decisione di ricorrere ad uno psicologo, affiancando alle poche già note quelle che possono essere più difficilmente contemplabili.
Grazie di nuovo per il suo apprezzamento, spero che troverà utili e interessanti anche i miei prossimi articoli!
Un saluto cordiale,
Dott. Jacopo Pesenti
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Buonasera Jacopo, ho riletto l’articolo, io non sono una persona molto colta e certi termini e concetti per me possono essere difficili, ma non impossibili da capire e leggendo più volte devo dire che in testa qualcosa mi è entrato. Sono certa che i motivi per recarsi da uno psicologo possono essere molteplici e vari. E’ vero che quando si parla di psicologo, la gente, purtroppo, tende a pensare che chi ci va è “fuori di testa” e l’ignoranza (nel senso proprio della parola IGNORARE, non sapere) molte volte può pregiudicare quello che potrebbe essere un aiuto importante. Molte persone si lasciano influenzare da quello che potrebbero pensare gli altri e per molti il giudizio di chi sta loro vicino conta molto. Io ho abbastanza chiaro il concetto tra psicologo e psichiatra, ma devo dire che anche a me sono sorti molti dubbi, prima di prendere il telefono per fissare un appuntamento con lo psicologo. Fatto questo non ho potuto più tentennare, così eccomi qui a far parte di una schiera di persone che ricevono un valido aiuto da un dottore che non pensavano nemmeno lontanamente d’incontrare nella loro vita UNO PSICOLOGO, uno sconosciuto a cui si racconta la storia della propria vita, a cui si apre la mente e il cuore, una persona che ci sta ad ascoltare, che ci fa piangere, ridere, imprecare o urlare a seconda delle emozioni che riesce a far riemergere dal nostro io più profondo, una persona che col passare del tempo consideri sempre più amica. Può sembrare una cosa assurda, ma quando esco da quel suo piccolo ed accogliente studio, mi sento in molti modi, ma tutto rientra nel processo di elaborazione, di comprensione del mio essere….. non mi sento “matta”. In conclusione, voglio solo ringraziare per la pazienza, l’impegno, il suo vedere, cercare di capire e anche l’entusiasmo che lo psicologo mette nel suo lavoro e mi viene da pensare: sentendo tutti i nostri problemi, tutte le nostre paure, tutte le nostre emozioni, chi più di uno psicologo possa aiutarlo??!!…..Grazie Dottor Jacopo e a presto.
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Buonasera Jacopo, ho riletto l’articolo, io non sono una persona molto colta e certi termini e concetti per me possono essere difficili, ma non impossibili da capire e leggendo più volte devo dire che in testa qualcosa mi è entrato. Sono certa che i motivi per recarsi da uno psicologo possono essere molteplici e vari. E’ vero che quando si parla di psicologo, la gente, purtroppo, tende a pensare che chi ci va è “fuori di testa” e l’ignoranza (nel senso proprio della parola IGNORARE, non sapere) molte volte può pregiudicare quello che potrebbe essere un aiuto importante. Molte persone si lasciano influenzare da quello che potrebbero pensare gli altri e per molti il giudizio di chi sta loro vicino conta molto. Io ho abbastanza chiaro il concetto tra psicologo e psichiatra, ma devo dire che anche a me sono sorti molti dubbi, prima di prendere il telefono per fissare un appuntamento con lo psicologo. Fatto questo non ho potuto più tentennare, così eccomi qui a far parte di una schiera di persone che ricevono un valido aiuto da un dottore che non pensavano nemmeno lontanamente d’incontrare nella loro vita UNO PSICOLOGO, uno sconosciuto a cui si racconta la storia della propria vita, a cui si apre la mente e il cuore, una persona che ci sta ad ascoltare, che ci fa piangere, ridere, imprecare o urlare a seconda delle emozioni che riesce a far riemergere dal nostro io più profondo, una persona che col passare del tempo consideri sempre più amica. Può sembrare una cosa assurda, ma quando esco da quel suo piccolo ed accogliente studio, mi sento in molti modi, ma tutto rientra nel processo di elaborazione, di comprensione del mio essere….. non mi sento “matta”. In conclusione, voglio solo ringraziare per la pazienza, l’impegno, il suo vedere, cercare di capire e anche l’entusiasmo che lo psicologo mette nel suo lavoro e mi viene da pensare: sentendo tutti i nostri problemi, tutte le nostre paure, tutte le nostre emozioni, chi più di uno psicologo possa aiutarlo??!!…..Grazie Dottor Jacopo e a presto.
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